“… Vi parlo con il cuore colmo di dolore e vergogna per lo Stato che rappresento, nei cui istituti di pena quest’anno si sono contati novanta suicidi tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria. Mi addolora profondamente il tradimento della Costituzione per cui luoghi destinati alla rieducazione si trasformano spesso in fabbriche di morte e disperazione. Alle persone private della libertà mi rivolgo per ricordare loro che il nostro Paese si fonda sulla civiltà del diritto e che la loro condizione, nella nostra idea di civiltà, può e deve essere preludio a riscatto e reinserimento sociale e non a un suicidio ogni quattro giorni. Auspico che nel prossimo anno governo e Parlamento adottino le misure più opportune per interrompere questa scia di morte che da uomo e da giurista, prima che da Presidente della Repubblica, ritengo un’infamia per il nostro amato Paese, che è stato e deve tornare a essere un faro dello stato di diritto per l’umanità intera”.
Questa è la parte che mi è piaciuta di più del discorso di fine anno del Capo dello Stato. Non l’avete sentita? Neanche io, purtroppo.
Buon anno a tutti.
Foto Giorgio Galeotti