La riforma Cartabia in settimana è diventata legge.
Riforma Cartabia: i contenuti
Qui si possono trovare riassunte le principali innovazioni del provvedimento. Che com’è noto non piace ai magistrati. Ma lascia scontenti anche i garantisti più esigenti. E non poteva che essere così visto che si tratta del frutto di un compromesso all’interno di una maggioranza che mette insieme garantisti (gli autentici non sono molti) e partiti che hanno boicottato i referendum sulla Giustizia del 12 giugno (Pd e 5 Stelle).
Cartabia primo passo?
Diciamo che la riforma è apprezzabile se sarà un primo passo verso una più ampia riforma della giustizia che riavvicini l’Italia allo spirito costituzionale e la accompagni verso l’uscita dal tunnel dei trent’anni di giustizialismo e di populismo penale che ha attraversato fin qui.
Sei milioni e mezzo non sono pochi
A una settimana dai referendum, a bocce ferme, restano quei numeri. Sette milioni di italiani hanno votato. Sei milioni e mezzo hanno detto Sì ad alcuni quesiti importanti. Sono una minoranza, ma non una minoranza trascurabile. E in un Paese in cui l’astensione alle urne si fa sempre più drammatica e consistente, quella corposa minoranza può incidere in modo molto significativo alle Politiche del prossimo anno. Basti pensare che nel 2018 tutto il centrosinistra prese poco più di sette milioni di voti. E col trend di questi anni è possibile che a votare andranno ancora in meno.
E insomma, se quei sei milioni e mezzo in quest’anno convinceranno almeno una persona ogni due di loro della bontà delle loro ragioni, e tutti quei dieci milioni voteranno alle Politiche un candidato garantista, il prossimo Parlamento potrà essere davvero il luogo in cui riaccendere la luce nell’oscurità del giustizialismo forcaiolo.